Marzo 2021 sarà ricordato come un mese straordinario nell’ambito delle attività spaziali internazionali. A distanza di pochi giorni, e precisamente il 19 Marzo e il 22 Marzo, due diversi enti che si occupano di progetti spaziali hanno annunciato l’esplosione in orbita di due diversi satelliti.
Si tratta di un evento assolutamente unico nella storia dell’esplorazione spaziale ma, soprattutto, si tratta di un evento che ha alimentato in maniera esponenziale i dubbi in merito al fatto che sia in atto una nuova guerra spaziale.
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I fatti e le ipotesi sull’esplosione dei satelliti in orbita
Il primo satellite esploso era il Noaa – 17, lanciato, utilizzato e gestito dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, cioè un ente statunitense che ha come scopo il monitoraggio delle emergenze ambientali marine e terrestri e che, naturalmente, per svolgere i suoi compiti, si avvale di una flotta di satelliti.
Il Noaa – 17 è esploso il 10 di Marzo e dalla sua deflagrazione sono nati frammenti di piccole e grandi dimensioni: 16 di essi sono di dimensioni maggiori rispetto agli altri e, se entrassero in collisione con un altro corpo spaziale artificiale, costituirebbero un lieve rischio per la sua integrità. I frammenti di dimensioni minori, invece, non costituiscono un pericolo né per la Stazione Spaziale Internazionale né per gli altri satelliti attualmente presenti nell’orbita terrestre.
Il satellite era stato lanciato nel 2002 e avrebbe dovuto rimanere in funzione per circa 3 anni. I suoi sistemi hanno invece assicurato un ottimo servizio per ben 11 anni, quindi il satellite è rimasto orgogliosamente in funzione fino al 2013.
Nell’Aprile di quell’anno gli scienziati che ne curavano il funzionamento hanno deciso di disattivarlo completamente e di lasciarlo a “galleggiare” nello spazio lungo un’orbita polare bassa. Il Noaa – 17 è rimasto quindi a una quota di circa 800 Km dalla superficie terrestre e ha seguito una rotta che gli consentiva di sorvolare entrambi i poli terrestri per altri 8 anni. La sua esplosione si è infatti verificata 7 anni e circa 11 mesi prima dell’anniversario dello spegnimento.
Il secondo satellite è esploso il 18 Marzo e si chiamava Yunhai 1 – 02 (il nome in inglese era Cloud Sea One 02). Era stato prodotto in Cina e apparteneva alla China Aerospace Science and Technology Corporation, che lo utilizzava per effettuare telerilevamenti ambientali su terra e mare al fine di prevedere e gestire emergenze climatiche. Dall’esplosione dello Yunhai 1 – 02 si sono generati invece 21 frammenti di dimensioni notevoli.
La storia del satellite cinese è ben diversa rispetto a quella del suo omologo americano: l’oggetto spaziale era infatti stato lanciato nel Settembre 2019 ed era ancora perfettamente funzionante al momento dell’esplosione.
Il mistero in merito alle cause dell’esplosione
Dopo aver reso pubblica la notizia delle esplosioni, le aziende proprietarie dei satelliti non hanno rilasciato alcuna informazione in merito alle cause, effettive o presunte, della distruzione in orbita dei satelliti.
Dai registri degli eventi che hanno coinvolto il satellite americano emerge però che il Noaa – 17 faceva parte di una serie di satelliti che avevano sviluppato problematiche simili. Il Noaa – 15, per esempio, era stato messo KO da un’anomalia critica che aveva reso impossibile il suo utilizzo a partire dal Novembre 2015, ma nel 2018 era letteralmente esploso in orbita.
Tra il 2015 e il 2016 una sorte simile era toccata ad altri due satelliti del programma meteorologico per la Difesa dell’Aeronautica americana. Anche se questi ultimi due satelliti erano di un tipo differente rispetto alla serie Noaa, erano stati costruiti dalla stessa azienda, la Lockheed Martin Corporation.
È stato appurato che in tutti i satelliti costruiti da Lockheed Martin e poi esplosi era stato commesso un errore di progettazione della batteria e risulta quindi lecito supporre che le esplosioni apparentemente immotivate possano essere state generate da quell’errore.
Quando il Noaa – 17 è stato disattivato, era stato eseguito un procedimento di disattivazione completo, finalizzato a rendere il satellite più inerte possibile così da ridurre al minimo i problemi in caso di impatto con altri corpi in orbita.
Più nello specifico il procedimento consiste nello scollegamento delle batterie, nell’apertura delle valvole del propulsore e nello spegnimento dei suoi trasmettitori. Queste misure servivano anche a prevenire la possibilità di esplosione attraverso la rimozione di fonti di energia che avrebbero potuto essere coinvolte nell’esplosione o addirittura generarla.
Evidentemente tutte le precauzioni messe in atto dagli americani non sono state sufficienti ad evitare l’esplosione del Noaa – 17, ma la teoria del difetto di progettazione delle batterie non ha soddisfatto pienamente chi ha riflettuto sulla questione da un’altro punto di vista.
La guerra spaziale è cominciata?
Gli incidenti capitati ai satelliti americani potrebbero effettivamente essere frutto di un errore umano nella progettazione delle loro componenti, ma la strana coincidenza dell’esplosione del Noaa – 17 ad appena 8 giorni di distanza da quella del satellite cinese ha aperto la strada ad altri tipi di ipotesi piuttosto inquietanti.
Ad essere allarmati e ad aver lanciato per primi le ipotesi in merito a una differente spiegazione dell’accaduto sono stati degli utenti cinesi del web, i quali hanno cominciato a sospettare che l’esplosione del loro satellite sia solo uno dei primi step di una guerra spaziale che gli Stati Uniti avrebbero cominciato ai danni della Cina e che sarebbe stata “scatenata” proprio dall’esplosione del Noaa – 17, evento che evidentemente gli americani imputerebbero a un attacco spaziale cinese.
Si tratta di teorie fantascientifiche? Forse. Ma c’è da considerare che oggi esistono una serie di dispositivi e di armi in grado di danneggiare o distruggere un satellite colpendolo da terra, con dispositivi a laser e a onde, o attraverso il lancio di “veicoli killer” da parte di altri satelliti o corpi spaziali artificiali.
Secondo il Comando Spaziale degli Stati Uniti la Russia avrebbe sperimentato l’utilizzo dei veicoli spaziali killer almeno un paio di volte in passato, di cui una quasi certamente nel Luglio 2020. Anche se non vi sono prove del loro effettivo utilizzo ai danni di proprietà spaziali di altri stati quindi, la tecnica di guerriglia spaziale che si serve dei veicoli killer potrebbe ormai essere accessibile alle grandi potenze militari e potrebbero essere già state utilizzate.
Quali leggi vigono nello spazio in materia di guerra tra nazioni? Praticamente nessuna, dal momento che l’unico trattato internazionale che si occupava della questione risale al 1967 e assicura il libero uso dello spazio per missioni pacifiche da parte degli Stati Terrestri.
Bisogna tener presente però che all’epoca lo sviluppo tecnologico era estremamente arretrato rispetto a quello odierno e che quindi i legislatori non avrebbero potuto legiferare in merito all’uso di armi e strategie che all’epoca non sono non esistevano ma erano anche impossibili da immaginare. L’unico veto presente nel trattato era il lancio di armi nucleari nello spazio e dallo spazio: il mondo stava vivendo il periodo terribile della Guerra Fredda e della corsa agli armamenti ma, da allora, la storia (e la guerra) hanno fatto enormi passi avanti.
Che sia effettivamente cominciata l’epoca delle grandi guerre spaziali?