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soldati romani in accampamento

Spagna: 66 campi militari romani scoperti grazie al telerilevamento

Home » Blog » Spagna: 66 campi militari romani scoperti grazie al telerilevamento

30 Dicembre 2020 //  by Oikos Engineering//  Lascia un commento

Tra il tardo periodo repubblicano e l’inizio dell’Impero, Roma portò avanti una conquista sistematica della penisola iberica, cioè di quella che al tempo veniva chiamata Hispania.

Lo sforzo militare necessario a prendere possesso di quei territori, occupati da fiere popolazioni indigene, fu gigantesco. La Penisola Iberica non fu mai, infatti, un dominio facile da gestire. Anche dopo la sua conquista e dopo la nascita dell’Impero (nel 27 d.C.) fu quindi necessario continuare a combattere in territorio spagnolo al fine di evitare che l’ancora fragile dominio romano venisse messo in discussione da rivolte popolari organizzate su larga scala.

Grazie all’utilizzo combinato di molte moderne tecniche di mappatura del terreno, gli archeologi hanno scoperto le tracce di un enorme numero di campi militari, ben 66, costruiti dai romani per dare supporto alle truppe impegnate sul territorio.all’ingresso dei monti Cantabrici. 

La locazione delle strutture recentemente scoperte ha anche evidenziato come, per tenersi al riparo da eventuali attacchi, i Romani fossero soliti spostarsi lungo il territorio tenendosi al riparo delle creste della Cordigliera Cantabrica al fine di evitare zone pianeggianti e troppo esposte.

I campi venivano allestiti per due ordini di motivi: innanzitutto per fornire supporto logistico e riparo alle truppe che si muovevano su lunghi percorsi attraverso territori inospitali; in secondo luogo servivano a ospitare le truppe che necessitavano di rimanere in Hispania per lunghi periodi di tempo, soprattutto nei mesi invernali. 

In alcuni casi un campo poteva essere occupato anche per settimane o mesi prima di essere dismesso, quindi presentava strutture di servizio e di difesa più definite e imponenti rispetto a quelle degli altri campi.

Essendo comunque strutture temporanee, questi interventi umani hanno lasciato tracce molto fragili e sottili sotto la superficie del suolo. Per fare solo qualche esempio, nel momento in cui le fortificazioni vennero abbandonate i fossati sono stati riempiti e i bastioni di terra e pietra eretti per proteggere il perimetro dei campi, sono stati rasi al suolo.

Grazie alla combinazione di varie forme di telerilevamento è stato possibile tracciare con una certa precisione il perimetro dei campi militari temporanei eretti dai romani: nella maggior parte dei casi avevano forma rettangolare e i lati riproducevano in qualche modo le proporzioni delle carte da gioco.

Il ricercatore Joao Fonte, ricercatore presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Exeter e curatore del progetto, ha affermato: “Abbiamo identificato così tanti siti perché abbiamo utilizzato diversi tipi di telerilevamento. La scansione laser aviotrasportata ha dato buoni risultati per alcuni siti in luoghi più remoti perché ha mostrato molto bene i movimenti di terra”.

Si trattava quindi di strutture piuttosto comode e sicure, tanto che una di esse, sorta nei pressi di un villaggio di Burgos chiamato Sasamón, ospitò per un periodo addirittura l’imperatore Cesare Augusto, presente sul campo accanto ai suoi soldati.

Non bisogna inoltre trascurare un dettaglio: intorno ai campi militari semi permanenti, o che comunque venivano occupati per lunghi periodi di tempo, si avviarono piccole attività di coltivazione, che sono stati rilevati dagli archeologi grazie ad un’altra tecnica, quella della fotografia aerea, che esprime al massimo le proprie potenzialità nelle zone pianeggianti.

Naturalmente i ricercatori hanno anche utilizzato una combinazione di fotografia aerea e immagini satellitari (attinte dall’Istituto Geografico Nazionale Spagnolo e da geportali come Google Earth e Bing Maps) per creare modelli in 3D del territorio rielaborando i dati LiDAR e utilizzando droni per realizzare mappe dettagliate dei territori sui quali sono state individuate tracce di resti archeologici.“C’è una grande concentrazione di siti, ben 25, lungo le valli del Nord di Palencia e Burgos, così come nel Sud della Cantabria. Ben 41 siti sono stati rilevati invece in diverse valli ma nella sola provincia di León” ha spiegato Fonte, sottolineando anche come questi accampamenti sorgessero nei pressi di quelle che nel tempo sarebbero diventate grandi città romane di epoca successiva.

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Categoria: NewsTag: Archeologia, GIS, LiDAR, Telerilevamento

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