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campo di grano

La pianificazione del paesaggio salverà il mondo

Home » Blog » La pianificazione del paesaggio salverà il mondo

9 Aprile 2021 //  by Oikos Engineering//  Lascia un commento

La pianificazione del paesaggio è di primaria importanza nello sviluppo delle attività umane, soprattutto in questo momento storico di grandi sconvolgimenti ambientali.

La pianificazione del paesaggio consente infatti di armonizzare gli effetti delle attività umane che si intendono svolgere su un territorio, con l’ecosistema presente sul territorio in questione e con utilizzi differenti del suolo che nascono da istanze e bisogni differenti.

Gli obiettivi della pianificazione del paesaggio sono la creazione di spazi utili alla comunità umana ma che siano in grado di avere un impatto minimo o addirittura positivo sul paesaggio circostante.

Cosa si può ottenere grazie alla pianificazione del paesaggio? Quali sono gli step in cui si sviluppa, e soprattutto perché la tecnologia GIS è così importante per quest’attività di progettazione? 

Indice dei Contenuti

  • In cosa consiste la pianificazione paesaggistica? 
  • Il dilemma delle miniere, la Collana di Smeraldi, il Rinascimento italiano
  • Come si articola la pianificazione del paesaggio? 
  • Differenze e integrazione tra pianificazione del paesaggio e pianificazione ecologica
  • L’importanza del GIS nella pianificazione paesaggistica

In cosa consiste la pianificazione paesaggistica? 

Secondo la definizione data da Erv Zube, uno dei principali studiosi della materia, la pianificazione del paesaggio è l’attività che si occupa di sviluppare il paesaggio in maniera che possa accogliere utilizzi del suolo definiti come concorrenti.

Il fine ultimo di tutte le operazioni di pianificazione è quello di preservare le risorse e i processi naturali attivi in un luogo, salvaguardando allo stesso tempo anche le nozioni e gli elementi di carattere culturale che a quel luogo sono collegati.

Quando gli architetti paesaggisti sviluppano progetti di ampia portata, destinati a influire in maniera significativa sull’equilibrio paesaggistico di un territorio,, devono necessariamente avvalersi del lavoro di un pianificatore del paesaggio.

Quest’ultimo ha il compito di intervenire sui limiti che vengono naturalmente posti al progetto, cioè sugli ostacoli non soltanto tecnici e paesaggistici, ma anche etici, che il progetto dovrà superare prima di giungere alla sua piena realizzazione.

Il dilemma delle miniere, la Collana di Smeraldi, il Rinascimento italiano

Le attività minerarie sono tra le attività umane che impattano nella maniera più violenta e negativa possibile su un paesaggio, distruggendo l’equilibrio idrogeologico e più in generale l’equilibrio ecologico del territorio.

Non stupisce quindi che proprio la gestione del territorio destinato a usi minerari sia uno dei principali campi di applicazione delle pratiche di gestione del paesaggio.

Per esempio la multinazionale tedesca RWE ha formulato piani molto articolati per il riutilizzo dei detriti derivati dalle attività di scavo: oggi vengono impiegati in attività di coltivazione dei terreni circostanti alle miniere a cielo aperto.

L’obiettivo è ripristinare almeno in parte l’equilibrio paesaggistico e preservare il più possibile la biodiversità del territorio interessato dagli interventi minerari.

La pianificazione paesaggistica non è tuttavia un’attività recente, anche se oggi si è compreso quanto sia necessaria allo sviluppo di insediamenti e di attività umane sostenibili a livello ambientale. Già alla fine del 1800 un architetto paesaggista americano, Frederick Law Olmsted, progettò moltissimi parchi urbani all’interno di alcune delle principali città degli States, tra cui il parco delle Cascate del Niagara e i giardini che circondano il Campidoglio Americano di Washington. Suo fu il celeberrimo progetto della Collana di Smeraldi, una catena di parchi verdi che circonda il “collo” della penisola di Boston. 

Law Olmsted, come tutti gli architetti del paesaggio del mondo, si ispirarò principalmente all’opera degli architetti paesaggisti italiani e in particolare dell’italiano Leon Battista Alberti, tra i più grandi e influenti intellettuali del Rinascimento.

Alberti fu tra i primi in assoluto a sottolineare la necessità di progettare spazi verdi e spazi comuni al centro delle aree urbane, sia per offrire servizi pubblici (aree per lo svolgimento di mercati, spazi per l’aggregazione della cittadinanza eccetera) sia per consentire agli abitanti delle città di godere dei benefici del contatto con la natura.

L’intuizione rinascimentale non era affatto errata: le aree verdi urbane hanno una funzione fondamentale nel migliorare la qualità della vita dei cittadini, sia in termini strettamente clinici (assicurando una migliore qualità dell’aria) sia in termini psicologici (è stato dimostrato che la permanenza in aree verdi abbassa i livelli di stress e migliora la risposta dell’organismo alla pressione psicologica).

Come si articola la pianificazione del paesaggio? 

La pianificazione del paesaggio è un processo molto articolato, che si sviluppa a partire da una visione progettuale, prende in considerazione dati estremamente accurati in merito alle caratteristiche del territorio su cui si andrà ad agire e procede tramite scelte, che vanno a prediligere solo alcune tra le possibili opzioni di sviluppo offerte dal progetto.

Più nel dettaglio: 

  • presentazione dell’idea/progetto da parte di un committente
  • identificazione di problemi e opportunità impliciti nel progetto in questione
  • identificazione di obiettivi specifici
  • inventario e analisi dell’ambiente biofisico
  • inventario e analisi della comunità umana e delle sue attività
  • sviluppo di concetti e selezione di opzioni per mediare tra tutte le istanze che agiscono sul territorio
  • adozione di un piano di attuazione del progetto
  • coinvolgimento ed educazione della comunità per facilitare l’adattamento alla nuova visione del territorio
  • realizzazione di un design dettagliato del piano
  • pianificazione della parte amministrativa

Differenze e integrazione tra pianificazione del paesaggio e pianificazione ecologica

La pianificazione paesaggistica e quella ecologica non coincidono totalmnte: la pianificazione ecologica utilizza informazioni biofisiche e socioculturali per suggerire opportunità di sviluppo armoniche con l’equilibrio ecologico e inoltre impone vincoli e regole per agire in maniera da preservare la ricchezza e la diversità biologica di un’area.

Quando la pianificazione ecologica è eseguita correttamente, la pianificazione del paesaggio comporta un impatto minimo sugli ecosistemi. Questo significa che in un determinato territorio sarà possibile sviluppare e gestire le attività umane senza causare il depauperamento biologico dell’area.

Si può intuire facilmente quanto sia importante la pianificazione del paesaggio per rallentare il riscaldamento globale e porre un freno all’emergenza climatica.

Non bisogna pensare però che la pianificazione del paesaggio e la pianificazione ecologica servano esclusivamente a limitare i danni di origine umana su un certo territorio. 

Al contrario, è possibile utilizzare la pianificazione ecologica e paesaggistica per potenziare la biodiversità all’interno di un habitat oppure creare habitat ex novo per ospitare nuove specie o accogliere nuovamente quelle locali a rischio di estinzione. Può anche essere utilizzata per vivificare terreni degradati da un utilizzo sconsiderato o troppo intenso e, infine, per espandere un ecosistema.

L’importanza del GIS nella pianificazione paesaggistica

Come sottolineato, la pianificazione paesaggistica si basa sull’utilizzo di dati estremamente accurati relativi al territorio e alle sue caratteristiche. 

Tali dati possono essere molto diversi tra loro: possono riguardare ad esempio informazioni geologiche e idrogeologiche, ma anche la presenza o l’assenza di specie animali, la densità della vegetazione, dati relativi alla concentrazione della popolazione umana in quel territorio e alle sue attività.

Questa mole enorme di dati non ha soltanto bisogno di essere raccolta con strumentazioni e metodologie adeguate, ma ha anche bisogno di essere organizzata in maniera da offrire riepiloghi facilmente fruibili a coloro che hanno necessità di utilizzare i dati in questione per sviluppare il progetto di pianificazione del territorio.

Già da qualche tempo la pianificazione del territorio urbano avviene attraverso dati raccolti e organizzati tramite tecnologia GIS: apripista di questo approccio rivoluzionario sono stati Esri e Autodesk.

Si tratta della dimostrazione definitiva che la pianificazione paesaggistica non è destinata a regolare esclusivamente i rapporti tra la città e le aree naturali intorno ad esse, ma anche l’economia infrastrutturale interna degli stessi centri urbani.

Oikos Engineering è da tempo all’avanguardia nell’affiancare le aziende che si occupano della realizzazione di progetti che riguardano il territorio e che quindi hanno la stringente necessità di eseguire un’attenta pianificazione dei propri interventi: il nostro compito è fornire cartografie di varia natura estremamente accurate realizzate con tecnologie BIM e GIS. Hai bisogno di un servizio di cartografia? I nostri contatti sono sempre a disposizione per la richiesta di informazioni o di preventivi.

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