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Visualizzare l’invisibile ora è possibile con GIS e AR

Home » Blog » Visualizzare l’invisibile ora è possibile con GIS e AR

29 Agosto 2018 //  by Oikos Engineering//  Lascia un commento

Quando si effettuano lavori di ristrutturazione sia privati che pubblici, oppure ogni volta che parte un progetto di scavi per realizzare lavori di pubblica utilità, si rende necessario cercare di capire a cosa si sta andando in contro, valutare ciò che è possibile trovare nel sottosuolo, in modo da evitare di fare danni avviando degli scavi imprudenti e privi di una mappa precisa da seguire che possa indicare quali sono gli ostacoli presenti e che si devono aggirare in maniera ben precisa.

Ci possono essere, infatti, tubi sotterranei o cavi che potrebbero essere danneggiati.

Le procedure standard richiedono una revisione approfondita dei registri esistenti delle infrastrutture sotterranee e l’utilizzo delle bacchette magnetiche per localizzare le risorse sotterranee manualmente. Questo processo richiede più tempo e denaro; tuttavia, l’alternativa è un danno involontario che potrebbe causare interruzioni per migliaia di persone e costare decine di migliaia di euro per la riparazione.

Tutto questo oggi può essere evitato affidandosi alla combinazione di due potenti strumenti quali sono GIS e AR che rendono molto più semplice visualizzare l’invisibile.

Grazie a questa combinazione è possibile consentire agli addetti ai lavori di vedere sottoterra con la realtà aumentata (AR) combinata con livelli di dati GIS. Sebbene non ancora diffuse, nuove applicazioni per AR sono in fase di sviluppo.

Oltre alla visualizzazione sotterranea, possono essere estremamente intuitive e utili le visualizzazioni sopra il suolo degli ambienti edificati e dei piani urbani.

Questa combinazione può diventare ancora più efficace se si pensa che AR è una tecnologia di realtà in evoluzione. Esistono diverse varianti delle tecnologie di realtà, che nel complesso sono indicate come XR. Esiste, infatti, una realtà mista che consente all’utente di visualizzare gli ologrammi insieme al mondo reale, poi c’è una realtà aumentata in cui la visione del mondo reale avviene attraverso una fotocamera migliorata con i dati su un dispositivo portatile, infine c’è la realtà virtuale, che è una forma di gioco in cui tutto è simulato.

La connessione tra AR e GIS porta con sé un maggiore livello di sviluppo per i dati geospaziali.

L’AR è reso possibile dai progressi dei dispositivi mobili che ora contengono magnetometri, accelerometri, giroscopi, GPS, telecamere e display di alta qualità. Queste informazioni extra rendono AR accessibile a una più ampia comunità GIS, soprattutto perché Argis Lens, che consente il connubio tra AR e GIS, è strettamente integrato con ArcGIS Online e ArcGIS Enterprise. I dispositivi mobili sono ora in grado di raggiungere una precisione maggiore che va da 2 metri e mezzo a 5 metri, mentre l’aggiunta del GPS esterno migliora ulteriormente la possibilità di visualizzazione.

Sebbene l’intera gamma di applicazioni geospaziali per AR è ancora in fase di scoperta, già dalle prime applicazioni effettuate è possibile riscontrarne l’utilità. Ad oggi un utilizzo primario è l’identificazione e la ricerca di risorse in modo più rapido ed efficiente. Grazie a GIS e AR alcuni strumenti di scavo possono essere già programmati con limiti che indicano loro di non scavare in certe aree.

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Categoria: NewsTag: ArcGIS, Augmented Reality, Dati Demografici, Esri, Geoportale, GIS, GPS, workflow

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